Pubblicato il 26/02/2020
E così, il coronavirus arrivò nel Bel Paese, lasciando di stucco anche chi, con i problemi di natura strettamente sanitaria ha ben poco a che vedere; penso, ad esempio, alle aziende che, chi vi scrive, segue in prima persona in qualità di consulente di web marketing ed advertising specialist: tour operator ed alberghi che iniziano a fare i conti con le prime disdette, impianti termali obbligati alla chiusura per giorni, ristoranti alle prese con capienza ed orari limitati e tanta, tanta, incertezza.
Proprio sul finire dell’inverno, quando si iniziano a tirare le somme sulla stagione sciistica che volge al termine e mentre si inizia a pensare al weekend di Pasqua, ai ponti di primavera, alla stagione estiva, ci ritroviamo a leggere bollettini che, di ora in ora, riportano notizie diverse, ordinanze comunali e regionali a dir poco ansiogene, giornali e TG a caccia dell’ultimo contagio o dell’ultima vittima: pace all’anima sua.
Coronavirus: una risata ti seppellirà
E poi c’è chi inventa soluzioni ardite, prova a scherzarci su per sdrammatizzare una situazione che, davvero, chi non ha vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale fa fatica anche solo ad immaginare.
@elisaiacovo su Twitter
@giuyellow su Twitter
Cosa puoi fare se gestisci un’attività che è stata “colpita” dagli effetti (economici) del coronavirus.
Non amo soccombere di fronte agli eventi e, sin dalle prime ore dell’emergenza, insieme ai miei colleghi ci stiamo chiedendo: cosa diavolo possiamo fare noi poveri consulenti di web marketing per dare una mano ai nostri clienti in preda al panico?
Spegnere la TV, come consigliava Chef Rubio su Twitter qualche giorno fa e provare a leggere soltanto le fonti ufficiali, cercando di capire realmente cosa cambia per voi, per il vostro territorio, per le attività che svolgete, potrebbe essere il primo passo per iniziare a ragionare con lucidità e prendere provvedimenti che abbiano un senso. Le notizie cambiano di giorno in giorno, di ora in ora, e questo che adesso scrivo potrebbe non essere più valido già domattina (se ci mettono tutti in quarantena… amen!), ma credo che con un po’ di buonsenso si possa intraprendere qualche piccola azione. Analizzando le possibilità che abbiamo e agendo di conseguenza.
Ad esempio, se gestissi un albergo in una località turistica della Lombardia o del Veneto, non punterei, nel breve e medio termine, ai turisti stranieri, ma a quelli della mia regione: se la situazione dovesse rimanere quella che è oggi, con pochi comuni in quarantena ma, di fatto, nessuna limitazione agli spostamenti di chi vive in queste regioni, punterei ad un turismo di prossimità, creando pacchetti ad hoc per chi in questi giorni è costretto a casa, per via della chiusura di scuole ed uffici.
se gestissi un albergo in una località turistica della Lombardia o del Veneto, non punterei, nel breve e medio termine, ai turisti stranieri, ma a quelli della mia regione
Nel lungo termine, io scommetterei sull’estate e sull’autunno: se avessi un tour operator, in questo momento punterei sui viaggi da luglio in poi, magari abbinandoli a polizze annullamento che garantirebbero al cliente di non perdere i soldi anticipati, ma aiuterebbero l’azienda a fare cassa in un periodo di magra. Attenzione però al verbo che ho usato all’inizio del paragrafo: si tratta sempre di una scommessa, perché nessuno potrà mai garantirci se e quando questa emergenza finirà, ma in fondo, è inutile continuare a cercare certezze: viviamo questo momento di crisi con calma e compostezza, nei momenti difficili che diamo il meglio di noi stessi.