Pubblicato il 31/08/2014
Trip Advisor nella bufera: il portale web di viaggi, divenuto famoso grazie alle recensioni pubblicate dagli utenti, negli ultimi tempi ha visto diminuire la sua credibilità in maniera considerevole. Motivo?
Boom di recensioni fasulle, post a pagamento per migliorare il rating di hotel e ristoranti ed in alcuni casi per recensire negativamente la concorrenza. Illazioni?
L’inchiesta è stata condotta da “Il Fatto Quotidiano”. Alcuni collaboratori della testata (sotto falso nome), si sono prestati “all’illecito gioco”, scrivendo recensioni fasulle a pagamento.
Trip Advisor dal canto suo ha dichiarato di non avere colpe per la condotta disonesta dei propri utenti e di essersi attivata per tutelare albergatori e ristoratori attraverso dei meccanismi sofisticati atti ad individuare e prevenire il rischio di recensioni false.
“Non collaboriamo né con persone né con compagnie che offrono servizi di recensioni false a pagamento e non li sosteniamo in alcun modo. Siamo dell’avviso che attività di questo genere possano finire per danneggiare l’intero settore del turismo, sminuendo la credibilità di albergatori e ristoratori onesti. Ecco perché abbiamo pensato bene di rivolgerci ad un team di professionisti specializzati nel bloccare questo tipo di frodi”
Parole di Valentina Quattro, portavoce dell’azienda. Di contro, Federalberghi ha ricordato che nel marzo scorso l’Antitrust aveva già aperto un’istruttoria riguardante le recensioni fasulle su Trip Advisor, unitamente ad una ai danni di Booking ed Expedia contro la clausola del “parity rate”, pratica che pone il divieto assoluto alle strutture ricettive di pubblicizzare prezzi inferiori a quelli esposti sui portali di prenotazione". Campane discordanti, in attesa di una risposta definitiva da parte del Garante che non giungerà prima di luglio 2015.
CONDIVIDI SUI SOCIAL